Madre Teresa di Calcutta
Dai il meglio di te...
L'uomo è irragionevole, illogico, egocentrico
NON IMPORTA, AMALO
Se fai il bene, ti attribuiranno secondi fini egoistici
NON IMPORTA, FA' IL BENE
Se realizzi i tuoi obiettivi, troverai falsi amici e veri nemici
NON IMPORTA, REALIZZALI
Il bene che fai verrà domani dimenticato
NON IMPORTA, FA' IL BENE
L'onestà e la sincerità ti rendono vulnerabile
NON IMPORTA, SII FRANCO E ONESTO
Quello che per anni hai costruito può essere distrutto in un attimo
NON IMPORTA, COSTRUISCI
Se aiuti la gente, se ne risentirà
NON IMPORTA, AIUTALA
Da' al mondo il meglio di te, e ti prenderanno a calci
NON IMPORTA, DA' IL MEGLIO DI TE.
Rabindranath Tagore
Il cuore dell'uomo
Il pesce è muto nel mare,
la bestia è turbolenta sulla terra,
l'uccello canta per l'aria.
Ma l'uomo ha dentro di sé
e il silenzio del mare
e lo strepito della terra
e la musica dell'aria
Cogli questo piccolo fiore,
prendilo!
Non indugiare!
Temo che appassisca
e cada nella polvere.
Se non può trovare posto
tra i fiori della tua ghirlanda
onoralo almeno con il tocco della tua mano
anche se doloroso.
Temo che il giorno finisca
senza che me ne accorga
e che passi il tempo delle offerte.
Non è intenso il colore
e il suo profumo è tenue
ma può servire prendilo,
coglilo finchè c'è tempo!
Maternità
Da dove sono venuto? Dove mi hai trovato? Domandò il bambino a sua
madre. Ed ella pianse e rise allo stesso tempo e stringendolo al petto
gli rispose: tu eri nascosto nel mio cuore bambino mio, tu eri il Suo
desiderio. Tu eri nelle bambole della mia infanzia, in tutte le mie
speranze, in tutti i miei amori, nella mia vita, nella vita di mia
madre, tu hai vissuto. Lo Spirito immortale che presiede nella nostra
casa ti ha cullato nel Suo seno in ogni tempo, e mentre contemplo il tuo
viso, l’onda del mistero mi sommerge perché tu che appartieni a tutti,
tu mi sei stato donato. E per paura che tu fugga via ti tengo stretto
nel mio cuore. Quale magia ha dunque affidato il tesoro del mondo nelle
mie esili braccia?
Edmondo De Amicis
La mamma
Anche povera come l’uccello che, fuor del nido, nulla possiede, sempre
la mamma ha cuore da dare ché suo figlio non abbia a penare. Sempre la
mamma è il fiore odoroso che tutto intorno riempie di sé, anche se sta
lontano da te col suo pensiero ti vive accanto. Splende il suo cuore
come una stella, vive il suo amore come una fonte: alla sua acqua
riprendi lena, alla sua luce rischiari la fronte. Tu ti nascondi, ma lei
ti vede; tu non le parli, ma lei t’intende; sulla tua soglia sempre si
siede; pena le dai e letizia ti rende. Come albero che goccia nel sole
rivestito di subito incanto, se tu le dici dolci parole diventa luce
pure il suo pianto.
Edgar Allan Poe
I miei incantesimi
I miei incantesimi sono infranti.
La penna mi cade,
impotente,
dalla mano tremante.
Se il mio libro é il tuo caro nome,
per quanto mi preghi,
non posso più scrivere.
Non posso pensare,
né parlare, ahimé non posso sentire più nulla,
poiché non é nemmeno un'emozione,
questo immobile arrestarsi sulla dorata
soglia del cancello spalancato dei sogni,
fissando in estasi lo splendido scorcio,
e fremendo nel vedere,
a destra e a sinistra,
e per tutto il viale,
fra purpurei vapori,
lontano
dove termina il panorama
nient'altro che te.
Il corvo
"Siano queste parole d'addio" alzandomi gridai
"uccello o creatura del male, ritorna alla tempesta,
Alle plutonie rive e non lasciare una sola piuma in segno
Della tua menzogna. Intatta lascia la mia solitudine,
Togli il becco dal mio cuore e la tua figura dalla porta"
Disse il Corvo: "Mai più
E quel Corvo senza un volo siede ancora, siede ancora
Sul pallido busto di Pallade sulla mia porta.
E sembrano i suoi occhi quelli di un diavolo sognante
E la luce della lampada getta a terra la sua ombra.
E l'anima mia dall'ombra che galleggia sul pavimento
Non si solleverà "Mai più" mai più.
Un sogno dentro un sogno
Questo mio bacio accogli sulla fronte!
E, da te ora separandomi,
lascia che io ti dica
che non sbagli se pensi
che furono un sogno i miei giorni;
e, tuttavia, se la speranza volò via
in una notte o in un giorno,
in una visione o in nient'altro,
è forse per questo meno svanita?
Tutto quello che vediamo, quel che sembriamo
non è che un sogno dentro un sogno.
Sto nel fragore
di un lido tormentato dalla risacca,
stringo in una mano
granelli di sabbia dorata.
Soltanto pochi! E pur come scivolano via,
per le mie dita, e ricadono sul mare!
Ed io piango - io piango!
O Dio! Non potrò trattenerli con una stretta più salda?
O Dio! Mai potrò salvarne
almeno uno, dall'onda spietata?
Tutto quel che vediamo, quel che sembriamo
non è che un sogno dentro un sogno?
Terra di fate
Valli di nebbia, fiumi tenebrosi
e boschi che somigliano alle nuvole:
poi che tutto è coperto dalle lacrime
nessuno può distinguerne le forme.
Enormi lune sorgono e tramontano
ancora, ancora, ancora...
in ogni istante
della notte inquiete, in un mutare
incessante di luogo.
E così
spengono la luce delle stelle
col sospiro del loro volto pallido.
Poi viene mezzanotte sul quadrante lunare
ed una più sottile delle altre
(di una specie che dopo lunghe prove
fu giudicata la migliore)
scende giù,
sempre giù, ancora giù,
fin quando
il suo centro si posa sulla cima
di una montagna, come una corona,
mentre l'immensa superficie,
simile a un arazzo,
s'adagia sui castelli
e sui borghi (dovunque essi si trovino)
e si distende su strane foreste,
sulle ali dei fantasmi, sopra il mare,
sulle cose che dormono e un immenso
labirinto di luce le ricopre.
Allora si fa profonda - profonda! -
la passione del sonno in ogni cosa.
Al mattino, nell'ora del risveglio,
il velo della luna si distende
lungo i cieli in tempesta e,
come tutte le cose,
rassomiglia ad un giallo albatro.
Ma quella luna non è più la stessa:
più non sembra una tenda stravagante.
A poco a poco i suoi esili atomi
si disciolgono in pioggia: le farfalle
che dalla terra salgono a cercare
ansiose il cielo e subito discendono
(creature insoddisfatte!) ce ne portano
solo una goccia sulle ali tremanti.
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